Si è tenuto venerdì 25 ottobre il
primo workshop locale del progetto VEG-GAP a Bologna. Una mattinata di incontro
e confronto, nella sede della Città Metropolitana, organizzatrice del workshop,
per presentare sul territorio bolognese i primi mesi di attività del progetto VEG-GAP:
“Vegetation for Urban Green Air Quality Plans”. Al tavolo di lavoro hanno
partecipato rappresentanti degli enti che sono parte attiva in VEG-GAP e alcuni
amministratori e stakeholders. Ai primi il compito di illustrare agli “ospiti”
le finalità, le caratteristiche e lo stato di avanzamento del progetto che
coinvolge Comuni, università, istituti di ricerca e aziende.
Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione di Marino Cavallo, responsabile dei progetti europei della Città metropolitana di Bologna, Mihaela Mircea di ENEA, ente
coordinatore di VEG-GAP, ha ricordato in apertura i due principali obiettivi
del progetto: innanzitutto sviluppare una strategia per produrre nuove
informazioni affidabili a supporto della progettazione dei piani di qualità
dell’aria tenendo conto delle caratteristiche della vegetazione nelle aree
urbane; in secondo luogo sviluppare ed implementare un framework (piattaforma
informatica, linee guida e altri strumenti di supporto) che consideri in modo
consistente e realistico il legame tra l’inquinamento atmosferico e le
caratteristiche della vegetazione. Tutto questo come base per poter fornire ai
decisori dati e informazioni per sviluppare strategie efficaci per controllare
l’inquinamento atmosferico e per mitigazione/adattamento ai cambiamenti
climatici. In questa fase del progetto, si
sta procedendo a mappare in dettaglio tutte le caratteristiche della
vegetazione nelle tre città del progetto (Bologna, Milano e Madrid) per poter stimare
il contributo della vegetazione sia come sorgente che come filtro all’inquinamento
atmosferico e per comprendere l’effetto della vegetazione sulla temperatura.
Giuseppe Cremona, ricercatore di ENEA, ha spiegato come si sta
svolgendo la mappatura delle piante nelle aree verdi pubbliche esistenti nella
città di Bologna. I dati forniti dal censimento comunale delle piante nei viali
alberati, parchi, giardini e aree verdi vengono aggregati su celle di 1 km di
lato. Questo ha già permesso di ricostruire la distribuzione del verde pubblico
in città, con un dettaglio che arriva fino alla specie della pianta e alle sue
dimensioni.
Sandro Finardi di ARIANET ha invece spiegato come sia fondamentale
una mappatura dettagliata delle specie di vegetazione urbana per poter
calcolare le emissioni biogeniche di composti organici volatili (BCOV).
Occorrono perciò informazioni sulla copertura vegetale a livello di specie che
devono essere corredate dalle forzanti meteorologiche, in particolare temperatura
e radiazione solare, che influiscono sulla fisiologia delle piante. Da notare
che le differenti specie vegetali generano quantità diverse di sostanze che
possono contribuire alla produzione di ozono e di particolato secondario.
Questo è il motivo per cui serve una descrizione particolareggiata delle specie
presenti. Finardi ha aggiunto che le basi dati esistenti presentano dei limiti
per questi scopi, perciò è stata elaborata, nell’ambito del progetto, una nuova
mappatura dedicata che tiene in considerazione anche gli inventari del verde
pubblico già esistenti nelle tre città partner, che localizzano e descrivono i
singoli alberi. Dalla mappatura è risultato che platani e bagolari sono le specie
più frequenti a Bologna e Milano (pari a circa il 30% del totale). A Bologna
sono poi presenti 229 specie, 264 a Milano e circa 418 a Madrid, anche se una
trentina di specie rappresentano da sole il 90% della copertura vegetale
totale. Il ricercatore ha quindi spiegato che le indagini di approfondimento si
stanno ora concentrando sulle specie che danno un contributo maggiore alle
emissioni biogeniche.
Un’urgenza comune emersa è poi quella
di trovare modalità per mappare anche il verde privato, che è stimato avere una
copertura analoga a quella del verde pubblico in città, ma senza ulteriori dati
di dettaglio. Il tema è stato segnalato da Teodoro
Georgiatis e Rita Baraldi di CNR-IBIMET. Il progetto VEG-GAP, hanno
chiarito, serve anche da stimolo per avviare la raccolta di questo tipo di
informazioni. L’ing. Giovanni Fini,
coordinatore del settore ambiente del Comune di Bologna, è intervenuto
sottolineando che si sta avviando un censimento del verde privato all’interno
delle disposizioni previste dal nuovo piano urbanistico comunale. Francesca
Putignano, rappresentante del Comune di Milano, ha aggiunto che il
censimento pianta per pianta del verde privato è fondamentale anche per la città
di Milano ma che non potrà realizzarsi durante il progetto VEG GAP. Mauro Bigi, responsabile dei progetti
speciali sulla sostenibilità della Fondazione per l’Innovazione Urbana, ha
evidenziato la necessità di poter avere una scala di mappatura inferiore al
chilometro quadro. Questa è un’esigenza condivisa da tutti e sulla quale si
lavorerà. Mihaela Mircea ha ricordato che, allo stato attuale, la mappatura per
celle identifica l’eventuale presenza di alberi in una specifica area,
dopodiché si intende rilevare le emissioni biogeniche e quindi la
concentrazione di inquinanti in quella specifica cella. Questo servirà a fare
simulazioni di scenari di vegetazione, valutando quindi l’impatto della
variazione della tipologia di piante, sia per specie che per superficie di
presenza.
Molto interessati ai primi
risultati del progetto gli amministratori presenti e i rappresentanti delle
associazioni. Per Barbara Negroni, assessore
alla qualità dell'ambiente e del territorio del Comune di Casalecchio di Reno,
alle porte di Bologna, il fatto di poter sapere quali piante è meglio scegliere
in determinate aree è uno dei principali valor aggiunti del progetto, proprio
perché gli amministratori hanno una grande necessità di avere informazioni
dettagliate per prendere le decisioni più razionali. Capire i dati che servono
ai ricercatori per poter fare un lavoro migliore – ha sottolineato - è centrale
per gli amministratori. L’assessore ha anche evidenziato come sarà fondamentale
la realizzazione della piattaforma informatica che conterrà tutte le
informazioni ricavate dal progetto ed altrettanto cruciale sarà poter svolgere
un’adeguata comunicazione sui vari aspetti, sia verso gli stakeholders che
verso i cittadini. Un aspetto, quello della corretta ed efficace comunicazione,
su cui tutti i partecipanti al workshop hanno posto attenzione.
Maria Rosa Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano di
Bologna, ha rilevato come sia opportuno avere dei forti riscontri pratici
partendo dai dati ricavati dal progetto. Ha ricordato quindi i vincoli
paesaggistici e il diniego delle sovrintendenze alla sostituzione di certe
tipologie di piante in determinati contesti cittadini. Non ultimi i costi di
gestione a carico del pubblico e anche i limiti alla piantumazione di alcune piante
per vari motivi di sicurezza o degrado urbano.
Per Daniele Ara, presidente del Quartiere Navile di Bologna, c’è grande
bisogno di competenze e capacità comunicative e rendere pubbliche le
informazioni ricavate dal progetto sarà una grande occasione per coinvolgere e
sensibilizzare i cittadini. Sottolineando che a Bologna nei prossimi anni il
verde pubblico è previsto in aumento, Ara considera VEG-GAP uno strumento
perfetto per aiutare a fare scelte intelligenti sulle specie più adatte e meno
costose da gestire, perché la sostenibilità economica futura del verde urbano
non è un aspetto secondario.
Giulio Kerschbaumer, direttore di Legambiente Emilia-Romagna, ha
rilevato la grande utilità delle informazioni ricavate dal progetto al fine di
dare strumenti agli amministratori. Questi poi andrebbero aiutati a spiegare al
pubblico le proprie scelte, come ad esempio tagli o sostituzioni di vegetazione,
e i cittadini andrebbero coinvolti e resi anch’essi parte attiva.
Rita Baraldi ha posto l’attenzione anche sullo sfalcio dei prati,
una risorsa di verde che andrebbe tenuta in considerazione nella mappatura e
sui cui effetti indagare. Un aspetto che deve però fare i conti con il tema
delle allergie stagionali, a cui molto spesso le amministrazioni danno risposta
con uno sfalcio anticipato dei prati per evitare problemi di salute pubblica.
Chiara Marini,
rappresentante dell’associazione Aria Pesa, ha invitato a dare fiducia alla
capacità dei cittadini di raccogliere informazioni importanti per il progetto,
in particolare per quel che riguarda il verde privato. Amministratori di
condominio e gruppi organizzati di vicinato potrebbero essere in grado di
fornire dati sulla consistenza e varietà di piante presenti nelle aree private.